Descrizione
Capitolo 1
In un freddo giorno di vento
I quattro cavalieri entrarono lentamente, con cautela, in quell’agglomerato di baracche. Spirava un vento freddo e Bart Lester si alzò il colletto della giacca; l’inverno arrivava presto nel Wyoming, dannata regione e dannato clima. Ad ogni modo il confine non era lontano. Lester accennò un sorriso: dopotutto ce l’avevano fatta! Mentre lui ed i suoi tre uomini si spingevano all’interno della cittadina abbandonata, si dette un’occhiata intorno. Il vento che soffiava tra le baracche vuote produceva un sibilo sgradevole che poteva anche sembrare minaccioso ma un rumore molesto non aveva mai ammazzato nessuno. Lì non c’era anima viva ed erano completamente al sicuro. Potevano tranquillamente concedersi qualche ora di sosta prima del tratto finale che avevano ancora da percorrere. Lester si girò verso il suo luogotenente Jim Donovan e i due si scambiarono un cenno d’intesa.
La rapina alla banca di Cheyenne aveva reso un bottino considerevole: 20.000 dollari che divisi in quattro parti uguali facevano un bel mucchio di bigliettoni a testa. L’unico inconveniente era che le cose non erano filate proprio lisce: nell’assalto alla ‘Western Bank’ un cassiere e due passanti ci avevano lasciato la pelle. Lester si passò una mano sulla corta barba rossiccia. Uno spiacevole inconveniente ma, che diamine, non si può fare una frittata senza rompere le uova. Per tre giorni lo sceriffo e i suoi mastini gli erano stati alle costole ed oltre a loro anche uno sporco sciacallo, un autentico avvoltoio. Lester sputò per terra; ad ogni modo li avevano fregati tutti ed erano riusciti a far perdere le proprie tracce.
<<Accidenti, che freddo dannato…roba da restarci secchi!>> disse Tim Corbett, il più giovane della banda.
L’uomo che gli cavalcava al fianco, Sam Foster, ridacchiò ed in tono ilare rispose:
<<Coraggio, Tim. Domani saremo nel Montana.>>
<<Puah!>> ribatté il ragazzo battendo i denti.
<<Non mi risulta che il clima nel Montana sia tanto meglio che qui…>>
Foster assunse un’aria rassegnata.
<<Accidenti, stai sempre a lamentarti.>>
Lester non poté trattenere un sorrisetto, quei due si punzecchiavano di continuo. Decise di divertirsi un pò anche lui alle spalle di Corbett.
<<Coraggio, ragazzo. Questo è ancora niente, pensa al freddo che farà stanotte!>>
Corbett sgranò gli occhi mentre gli altri esplodevano in una sonora risata.
<<Dannazione, capo. Comincio a credere che quest’aria gelida farà quello che non è riuscito a fare lo sceriffo di Cheyenne.>>
<<Ma no>> ribatté divertito il capobanda.
<<Vedrai che con 5.000 dollari in tasca potrai pagarti le migliori cure per i tuoi reumatismi!>>
Questa volta risero di gusto tutti e quattro. Ma si, pensò Lester, potevano permettersi di rilassarsi un pò. Anzi, si sarebbero concessi un’intera notte di sonno ed il mattino dopo sarebbero arrivati nel Montana. Non esisteva posto più sicuro di un paese abbandonato… No, forse quel luogo non era così abbandonato. Qualcuno dopotutto sembrava esserci. Un uomo era apparso di colpo accanto a quello che molto tempo prima era stato un saloon. Un individuo alto, completamente abbigliato in nero: Stetson, pantaloni, stivali e spolverino. Strano, pensò Lester. Chi era e che ci faceva lì?
<<Hai visto?>> gli chiese Donovan con una punta di preoccupazione nella voce.
<<Ho visto>> ribatté il capo.
<<E non mi piace.>>
I quattro si fecero silenziosi e si portarono sino a pochi metri dall’uomo in nero.
<<Salve>> disse questi in tono gioviale.
Salve>> rispose Lester circospetto mentre scendeva di sella.
Fece un cenno quasi impercettibile ai suoi ed anche Donovan e Foster scesero a terra. Soltanto Corbett parve non capire e rimase a cavallo. Il nero si accese un sigaro e dopo aver gettato il fiammifero
disse: <<Non credevo davvero di incontrare qualcuno qui.>>
<<Nemmeno noi>> ribatté Donovan.
Lo sconosciuto aspirò una boccata e puntò il sigaro contro i nuovi venuti. <<Per me siete anche voi colleghi. Colleghi in fuga dalla legge.>>
Lester ebbe un leggero sussulto mentre il nero proseguiva con calma.
<<Scommetto che l’aria del Wyoming si è fatta irrespirabile ed avete avuto la mia stessa idea.>>
<<E sarebbe?>> domandò Lester asciutto.
L’uomo strizzò l’occhio.
<<Il Montana è qui a due passi. Credo che le banche saranno altrettanto ben fornite e mi auguro gli sceriffi meno rognosi. Questo è un ottimo rifugio e spero non ne avrete a male se anche io passerò qui la notte.>>
Il giovane Corbett fece una risatina. <<Eh, ma per noi non è mica stato semplice arrivare sin qui. Pensa che oltre allo sceriffo c’era anche Lazar Madigan, il famoso bounty killer, a correrci dietro. Ma siamo riusciti a farla in barba anche a lui, sissignore!>>
Lo straniero emise un fischio di approvazione. <<Accidenti, allora siete davvero in gamba. Che mi risulta nessuno è mai sfuggito a Madigan.>>
Si allontanò dal saloon e prese a camminare verso il centro della Main Street. Corbett ridacchiò ancora, poi sembrò riflettere per qualche istante e chiese:
<<Tu però chi sei e quale banca hai svaligiato?>>
Il nero gettò via il sigaro e con la destra aprì l’impermeabile in modo da mettere bene in vista il cinturone con la colt. Lester osservò prima gli occhi grigi dello straniero che sembravano scrutarlo in modo beffardo e minaccioso ad un tempo; quando poi vide quella pistola dal calcio bianco, i suoi sospetti divennero certezza. Lanciò un’eloquente occhiata a Donovan e Foster e tutti e tre si disposero orizzontalmente sulla strada. L’uomo in nero si passò un dito sotto lo zigomo sinistro.
<<Chi sono non ha importanza. Aspettavo quattro amici e ora la mia attesa è finita.>>
Corbett era sinceramente stupito. <<Vuoi dire che ci aspettavi? Ma noi non ti conosciamo…>>
<<Davvero non hai ancora capito chi è, razza di idiota?>> intervenne Lester in tono brusco <<Pensavamo di averlo seminato invece ci aveva preceduti: questo bastardo è Lazar Madigan!>>
<<Proprio così. Non sei stupido come dicono, Burt Lester>> ribatté il bounty killer.
<<Nel corso della rapina avete ammazzato tre persone e questi sono sbagli che si pagano.>>
Le mani di Lester e dei due gregari iniziarono a scendere verso le fondine. Il cacciatore di taglie li guardò con attenzione e, scandendo bene le parole, disse: <<Non fatelo, ragazzi. Preferirei portarvi a Cheyenne vivi.>>
<<Per vederci salire su una forca?>> chiese beffardo il capobanda.
<<No, meglio giocarsela qui adesso.>>
<<Come preferite>> fu la rassegnata risposta di Madigan.
I tre banditi estrassero le pistole con tutta la rapidità di cui erano capaci ma Madigan in una frazione di secondo stringeva già la sua colt in pugno. Esplose tre colpi uno dopo l’altro. Lester e gli altri due piombarono sul terreno privi di vita. Non avevano ancora toccato il suolo che già il nostro spianava la sua arma su Corbett. Il giovane, ancora in sella al suo animale, aveva seguito inorridito
l’intera scena.
<<No!>> gridò scendendo in fretta da cavallo.
<<Allora, cosa scegli? Preferisci anche tu morire adesso o vuoi vivere almeno fino al giorno in cui ti impiccheranno?>> chiese Madigan.
<<Non mi ammazzare!>> implorò il ragazzo gesticolando come un folle.
<<Per favore, ho ventidue anni. Non voglio morire.>>
Madigan lo scrutò impassibile. A sua volta il giovane lo fissò con sguardo supplichevole e nel medesimo attimo tentò di prendere la pistola. Madigan schiacciò il grilletto ed anche Corbett si abbatté morto accanto ai compagni. Il bounty killer contemplò i quattro cadaveri e dopo qualche secondo rinfoderò la colt. Beh, sulla banda Lester era calato il sipario. Era tempo di tornare a Cheyenne; i bravi cittadini erano ansiosi di riavere i loro soldi e lui di incassare le taglie.
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