Descrizione
Capitolo 1
Lasciando Austin
«Allora, ragazzo, tutto chiaro?»
Le parole del maggiore Charles Cross risuonavano nell’intera stanza, un non troppo spazioso ma funzionale ufficio al secondo piano di un palazzo nel centro di Austin, capitale del Texas.
Non era un edificio qualunque: si trattava della sede centrale del Corpo dei Rangers e Cross era il comandante della compagnia conosciuta come Delta.
Con il suo vocione autoritario ed i modi non esattamente da educanda, aveva appena finito di spiegare i termini di una missione ad un giovane sulla trentina, il quale non si era perso una sillaba ed era rimasto ad ascoltare in religioso silenzio senza neanche sognarsi di interrompere l’ufficiale.
Il suo nome era John Shadow, chiamato amichevolmente Johnny dai pochi altri Rangers con cui aveva sviluppato un certo grado di confidenza, nonché ovviamente dallo stesso comandante.
«Sì, signore, tutto chiaro.»
«Che diavolo, Johnny, non devi per forza startene lì impalato sull’attenti come se avessi ingoiato una scopa. Io non sono un marmittone in giacca blu e tu non sei una recluta alla sua prima parata.»
«Scusate, signore, vecchie abitudini dei tempi dell’esercito. Con il vostro permesso andrò a mangiare un boccone e poi mi metterò subito in viaggio.»
L’odore acre e pungente del sigaro che il maggiore era solito fumare avvolgeva i due uomini insieme ad abbondanti nuvole di fumo che non avrebbero avuto nulla da invidiare ai segnali scambiati dagli indiani nella prateria.
«Bah, per come la vedo io, potresti anche concederti una notte di sonno su un letto decente e partire domani alle prime luci, ma fai come credi. Ah, prima che me ne dimentichi, questi sono gli ordini firmati da presentare allo sceriffo, anche se il tuo arrivo sarà preceduto da un telegramma che farò spedire oggi stesso.» Il maggiore porse al giovane un foglio, che quest’ultimo si affrettò a piegare e ad infilare nella tasca posta sul lato destro della sua camicia. «Il piano lo conosci, te ne ho parlato nei dettagli. Maledizione, ho la gola più secca di un politicante dopo un dannatissimo comizio, quindi se non hai altre domande ti auguro buona fortuna. Non sarà una gita di tutto riposo ma non dovresti neanche andare incontro a carrettate di guai. In ogni caso tieni gli occhi aperti.»
Una stretta di mano che sembrava il morso di una tenaglia fu il secco gesto di commiato con il quale Cross si congedò dal suo sottoposto.
«Grazie signore, farò del mio meglio per riportare a casa la pelle senza buchi.»
Il velo di ironia che si percepiva nella risposta di Johnny era insolito per il suo carattere, soprattutto se tale frase era rivolta ad un superiore e ciò venne percepito dall’esperto ufficiale, che non esitò a ribattere, ma il tono delle sue parole fu stranamente misto tra il burbero ed il benevolo: «Ragazzo, ti ho già detto che ormai sei abbastanza in gamba da cavartela in situazioni del genere, senza bisogno di avere altri due o tre tuoi colleghi a farti da balie asciutte, perciò dacci un taglio e togliti dai piedi.»
Pur colpito da quel breve ma incisivo discorso, dal momento che il comandante Cross non era uomo da abbandonarsi in salamelecchi né tanto meno in complimenti (diavolo, come ringraziamento aveva steso con un pugno il dottore che si era visto costretto ad estrargli una pallottola dalla gamba sinistra dopo uno scontro con una banda di Apaches ribelli, anche se bisognava ammettere che in quel caso la scorta di whisky era terminata e come unico anestetico si dovette rimediare con un rametto tra i denti), Johnny cercò di dissimulare la sorpresa rispondendo con un sommesso colpo di tosse, come per schiarirsi la gola, mentre si riaggiustava il suo cappello Stetson sulla testa, prima di uscire dall’ufficio.
«Ehi, Ranger Shadow!»
Recensioni
Ancora non ci sono recensioni.