Descrizione
La natura della realtà
Tutti pensiamo di sapere cosa sia la realtà. Dopotutto vi siamo immersi, giusto? Quello che è reale è palese, auto-evidente, non c’è nemmeno bisogno di spiegarlo. Basta guardarsi intorno, è ovvio, talmente ovvio che viene persino difficile cercare di razionalizzarlo a parole.
Facciamo un passo indietro, partiamo dall’etimologia della parola “reale” da cui deriva “realtà”.
Reale – in latino Realem (da Res), ossia “cosa”. Oggetto esistente, sostanza. Cosa che ha effettiva esistenza nell’ordine generale delle cose. Verità, che riguarda le cose e i fatti esistenti. Ma anche: evento, potere, potenza, causa, ragione.
È stupefacente notare quanto, persino la parola realtà si presti ad una grande varietà di interpretazioni.
Per abitudine siamo soliti considerare che la realtà è semplicemente ciò che esiste nel mondo fisico. Il mondo cioè delle cose materiali, che possiamo toccare con le dita, vedere con gli occhi e percepire con i nostri sensi.
Ma allora anche un suono diventa reale, anche il vento! Eppure non sono cose “materiali” in senso stretto. È il primo paradosso.
Com’è possibile sentire il vento sulla pelle se l’aria non si può toccare?
Non è una domanda balzana, ma un quesito che ha interrogato i ricercatori e gli scienziati per decenni. Alla fine, nel tentativo di colmare queste lacune, gli umani si sono auto-attribuiti nuovi sensi oltre i famosi cinque di cui siamo a conoscenza sin da piccoli. La nuova gamma di sensi ha quindi cominciato a distaccarsi dalla realtà fisica, e questo è piuttosto interessante.
Disponiamo quindi, ad esempio, del senso di equilibrio, che ci permette di stare in piedi e distinguere l’alto dal basso, lo stabile dall’instabile. Un senso che però non si ricollega a nessun organo specifico. Lo stesso dicasi per la termocezione, il senso che ci consente di distinguere la temperatura del nostro corpo, quella degli altri corpi fisici e quella dell’atmosfera intangibile che ci circonda. La temperatura è reale, lo sappiamo per esperienza, eppure la temperatura non fa rumore e non è visibile ad occhio nudo.
Che cos’è quindi la realtà? Può davvero essere solo ciò che esiste nel mondo fisico?
Secondo la definizione canonica di realtà anche il cervello è reale. Ma provate ad aprirlo e cercate di trovare tra la materia grigia le tracce dei pensieri che elaboriamo. Dove sono i ricordi, i sogni, le emozioni?
Fanno parte di un mondo non-fisico che non possiamo percepire con i nostri sensi ma che esiste innegabilmente. Un universo che non solo è pregno di significati ma che è precisamente ciò che ci permette di dare un significato alle cose. Non hanno sostanza, ma sono chiaramente “cose che hanno effettiva esistenza nell’ordine generale delle cose”.
La scienza e in particolare la neuroscienza ci insegna che i pensieri sono il frutto di impulsi elettrici e secrezioni ormonali che avvengono nel nostro cervello. Ma è evidente a tutti che un impulso elettrico non sia altro che un impulso elettrico, altrimenti dovremmo credere che anche le lampadine hanno pensieri, sogni e aspirazioni. Questi impulsi sono quindi i veicoli sui quali viaggiano i pensieri. Ciò nondimeno, non abbiamo idea di cosa siano effettivamente, da dove vengano o come si formino.
L’idea di realtà, che ci viene per altro da questi pensieri che per la nostra definizione di realtà non sarebbero reali, comincia a vacillare, non è vero?
Va bene, proviamo allora a dimenticare quanto detto finora e concentriamoci sulla realtà fisica, materiale. Quella almeno è una certezza, giusto? Non così in fretta.
“Ma come? Io posso toccare questa penna, questa stoffa, il mio viso, il mio gatto, quindi è reale per forza. Non scherziamo!”.
Un passo alla volta.
Quello che indichi come “realtà” è quello che identifichiamo come “materia”, la cui definizione è: “Entità provvista di una propria consistenza fisica, dotata di peso e di inerzia, capace di adeguarsi a una forma”.
Da sempre però gli scienziati cercano di capire cosa sia effettivamente questa materia. Da cos’è composta? Si può suddividere? Già il filosofo greco Democrito ipotizzava l’esistenza degli atomi di materia e con l’invenzione del microscopio nel 1590 abbiamo potuto piano piano guardare sempre più da vicino questa materia che ci circonda. All’inizio del novecento siamo arrivati ad osservare le particelle subatomiche e i cosiddetti quanti di energia, delle minuscole particelle indivisibili. Ti invito a soffermarti sulla parola “energia”. Non si parla di quanti di materia, ma di quanti di energia. È la meccanica quantistica, l’osservazione del microcosmo che ha mandato in tilt tutto ciò che credevamo di sapere sulla realtà. Abbiamo scoperto infatti che la maggior parte della materia è composta da vuoto, in cui si muovono particelle che non hanno praticamente massa e che non hanno nemmeno una precisa collocazione osservabile.
Senza fare qui un trattato di scienza, quello che la meccanica quantistica ha scoperto e che ha stravolto la nostra idea di realtà è che:
- La materia “reale”, come l’abbiamo intesa dalla notte dei tempi, in realtà (scusa il gioco di parole) non esiste.
- Tutto ciò che pare immobile in verità è in continuo movimento.
- Ogni cosa, alla sua radice, è solo un complesso di frequenze elettromagnetiche. Pura energia.
Ma allora se non siamo fatti di carne e ossa, se non siamo materici, se siamo fatti prevalentemente di vuoto e di particelle senza né massa né posizione cosa siamo noi? Cos’è la realtà?
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