Descrizione
Capitolo 1
Era stata una giornata lunga ed intensa e ora il cortile della caserma era deserto e le ombre erano calate silenziose. Pat era rimasto per ultimo, se ne erano andati tutti, ancora con l’euforia addosso, ancora con l’adrenalina a mille, la CN-11 era nata ed era già grande, già pronta. Gorilla e Simbad si erano dati da fare ma tutti, tutti avevano contribuito a rendere quella giornata speciale, da ricordare. Pat si accese una sigaretta e rimase nella grande stanza che il Colonnello Formenti aveva loro dedicato come luogo di incontro e si guardò attorno un lungo istante. Non sapeva ancora come sarebbero andate le cose, se sarebbe riuscito nel suo intento, se davvero la creazione di quella Task Force avrebbe potuto contrastare La Bestia, ma in complesso si sentiva abbastanza soddisfatto, le cose erano andate meglio di quanto aveva sperato, sognato.
A passo lento uscì dalla stanza, chiuse la porta e si diresse all’uscita, il pensiero fastidioso che un cecchino potesse essere nascosto nel buio per sparagli che ancora lo faceva camminare rigido, aspettando il colpo. Passando davanti alla Palazzina Comando vide che la luce nell’ufficio del Colonnello era ancora accesa e così deviò i suoi passi e si diresse verso la luce. Il soldato di guardia si fece da parte e lui entrò, un colpo solo con le nocche alla porta e poi aprì senza aspettare risposta. L’uomo era seduto dietro la scrivania, si era tolto la giacca della divisa, slacciato la cravatta e aveva davanti un bicchiere con un liquido ambrato. Si fissarono per lunghi momenti, poi il Colonnello indicò la sedia davanti alla scrivania e Pat sedette, senza parlare.
Il Colonnello aprì un cassetto laterale e ne tirò fuori un altro bicchiere e una bottiglia di Jack Daniels che posò davanti a Pat, indicandogli di servirsi.
In silenzio, i due uomini bevvero lentamente fissandosi, ognuno in attesa di ciò che l’altro poteva dire.
Poi Formenti fece un sospiro e si versò di nuovo da bere.
– Contento, capitano?
Pat scrollò appena le spalle.
– Non lo so ancora.
Formenti annuì pensieroso.
– Non lo sarà. Non è finita, lo sa bene. Non è tornato in vita. La sua tomba è sempre lì, al Verano. Col suo nome scritto sopra a lettere dorate.
Pat chinò il capo, era conscio di ciò.
Disse, come tra sé.
– Dovranno toglierla, quella tomba.
Formenti disse, sottovoce.
– O farla morire davvero. Non si spreca così una bella tomba di marmo con le lettere dorate.
Pat lo guardò, un brivido per la schiena. Chiese, duro.
– Che significa?
L’uomo tornò a sospirare.
– Non l’ha ancora capito, Capitano?. (Lei è morto Morto) per tutti e tale vogliono che rimanga. Oh certo, adesso si è rifatto vivo, è tornato alla ribalta, forse crede di essere riuscito a sconfiggerli, a vincerli. Ma non è così. Si sono dati tanto da fare per ucciderla, non lasceranno che lei mandi a monte i loro piani.
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