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Capitolo 1
Forte Desolazione. Gli avevano veramente dato il nome giusto a quella sperduta postazione militare ai confini tra Texas e Messico. Quattro mura di adobe cotte dal sole e da cui una trentina di soldati in giubba blu doveva controllare un territorio talmente vasto che nemmeno un reggimento sarebbe stato sufficiente. Lazar Madigan tirò fuori un sigaro dal gilet di seta e se lo accese. Aspirò il fumo e poi lo espulse dal naso.
Ma dopotutto il controllo e la sicurezza del territorio non erano un problema suo. Si accostò alla finestra e diede un’occhiata al cortile. Dalla piccola forca penzolavano due corpi, due messicani all’apparenza. Lazar sorrise. Anche in quella latrina di posto c’ era una forca e da quel che si poteva vedere svolgeva egregiamente il suo lavoro.
<<Allora, che mi dici, Lazar?>>
Il bounty killer Lazar Madigan si voltò verso l’ ufficiale dalla logora uniforme blu che sedeva dietro la scrivania. Stette in silenzio per alcuni secondi mentre il maggiore Mosley ripeteva la domanda.
<<Ti ho chiesto che cosa ne pensi?>>
Lazar aspirò una boccata di fumo e si sedette a sua volta sulla sgangherata poltroncina che si trovava davanti alla scrivania. Quando prese a parlare la sua voce era lenta.
<<Non lo so, maggiore. Quel che mi proponi mi pare una sporca trappola. C’è la certezza pressochè assoluta di lasciarci la pelle.>>
Il maggiore si passò una mano sui folti mustacchi bianchi e nella sua voce c’era dell’ironia.
<<Non ci posso credere! Il grande Lazar Madigan ha forse paura.>>
Il bounty killer puntò il sigaro contro il militare.
<<Al diavolo, maggiore. Non è paura ma solo buon senso. Francisco Ordonez si porta dietro una trentina di bastardi che hanno la brutta abitudine di finire i nemici a colpi di machete. E poi questa è una faccenda che riguarda l’esercito. La sicurezza dei territori di frontiera è o non è affar vostro?>>
Il maggiore battè una mano sulla scrivania. <<Si, dannazione, si. Ma dispongo di poche reclute che non sanno nemmeno stare in sella. Ci pensi a cosa succederebbe se si scontrassero con la banda di Ordonez?>>
Tacque un attimo e poi concluse:
<<Sarebbe un massacro, né più né meno che un massacro>>
Madigan scrollò il capo.
<<E cosa ti fa pensare che io possa riuscire dove fallirebbe un intero squadrone di cavalleria?>>
<<Tu sei un professionista, non nuovo ad imprese di questo genere.>>
Madigan appoggiò il sigaro sul posacenere.
<<Però trenta, anzi trentuno mangiatortillas che vogliono farti la pelle sono tanti.>>
Il maggiore sorrise.
<<Anche diecimila dollari in polvere d’oro sono tanti. Di un pò, Lazar: ti hanno mai pagato tanto per amnazzare qualcuno?>>
Madigan restò un attimo pensieroso. Il maggiore Bosley aprì uno dei cassetti della scrivania e ne tirò fuori due sacchetti. Ne aprì uno: finissima polvere d’oro. Madigan trasalì; certe cose lo toccavano sempre nel profondo. Accarezzò la polvere gialla con bramosia, quasi con voluttà. Il maggiore aveva un tono suadente mentre scandendo ogni singola parola diceva:
<<Duemila subito, il resto a lavoro finito.>>
Madigan sorrise.
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